Comprendere il ruolo del praticante in Angelic Healing è un punto fondamentale per esercitare questa professione con precisione e integrità. Lontano dall’essere un semplice “dono di cura”, il praticante è prima di tutto un canale al servizio delle energie di guarigione divine. Il suo ruolo principale è quello di collegarsi alla sua guida interiore e a quella degli angeli al fine di creare uno spazio sacro favorevole alla profonda trasformazione dell’essere.

Ciò implica di coltivare una grande umiltà e un atteggiamento di non-sapere. Il praticante non è colui che “sa” ciò che è buono per la persona, ma colui che accoglie con benevolenza ciò che cerca di emergere in lei. Il suo arte consiste nel ponendosi in ascolto dei messaggi sottili consegnati dagli angeli e nel restituirli con precisione e delicatamente, senza mai imporre nulla. Come diceva bene la famosa medium Eileen Caddy: “Dio ci parla a tutti, in ogni momento. Tutto sta a imparare a ascoltare.

Questa capacità di ascolto passa attraverso un profondo lavoro su se stessi. Per essere un canale chiaro e limpido, il praticante deve essere allineato corpo-cuore-spirito e deve avere chiarito abbastanza le sue zone d’ombra. Un praticante che non ha fatto pace con le sue ferite interiori rischia di proiettarle inconsciamente sulla persona e di disturbare il processo di guarigione. Da qui l’importanza di un cammino personale continuo, come abbiamo visto nel modulo sull’etica e deontologia.

Ma il ruolo del praticante non finisce qui. Oltre alla trasmissione dei messaggi angelici, è anche un facilitatore di presa di coscienza. Con le sue domande benevolenti e i suoi riflettori, aiuta la persona a mettere in parole la sua esperienza interiore e a dare un senso a quello che sta attraversando. Invita a ricollegarsi alla propria saggezza e a diventare l’attrice della sua guarigione, piuttosto che restare in una postura passiva. Come ricordava lo psicologo Carl Jung: “Nessuno può rivelarti niente se non ciò che già dorme a mezzo nella luce della tua conoscenza.

Questo non significa che il praticante debba rimanere in una fredda neutralità. Al contrario, è chiamato ad impegnarsi pienamente nella relazione terapeutica con la sua sensibilità e umanità. Gli angeli ci invitano a ricollegarci ai nostri cuori e a far risuonare in noi le qualità dell’amore incondizionato, della compassione e dell’empatia. Un praticante che risplende queste qualità crea naturalmente uno spazio di fiducia e di sicurezza dove la persona può abbandonarsi con fiducia al processo di guarigione.

Un altro aspetto essenziale del ruolo del praticante è di incarnare gli insegnamenti che trasmette. Più che un semplice canale, è chiamato a diventare un vero esempio vivente delle virtù angeliche. Questo implica un impegno a vivere in coerenza con i valori d’amore, verità e servizio che sono al centro dell’Angelic Healing. Perché è irradiando con la sua presenza queste qualità che il praticante sarà in grado di veramente ispirare e elevare coloro che vengono a lui.

Infine, il praticante in Angelic Healing è anche un messaggero di speranza. In un mondo spesso duro e disincantato, diventa il tramite della luce e della grazia divina. Con la sua semplice presenza e il suo lavoro di canalizzazione, contribuisce a risvegliare la fiamma sacra che dorme in ogni essere e a ricordargli la sua natura profonda. Come esprimeva poetico lo scrittore Christian Bobin: “Siamo tutti angeli con una sola ala. E possiamo volare solo abbracciandoci.

Essere un praticante in Angelic Healing quindi appare come una vocazione sacra che coinvolge l’essere nella sua totalità. Più di un mestiere, è un vero percorso di risveglio e di servizio che invita a spingere sempre le proprie limiti per abbracciare sempre più luce. Coltivando le qualità di trasparenza, umiltà e amore incondizionato, il praticante diventa a poco a poco quel canale cristallino attraverso il quale può esprimersi la pura guida degli angeli. Ed è dissolvendosi così nella Luce che adempie pienamente la sua missione di servitore del Divino al servizio del risveglio delle coscienze.

Punti da ricordare:

– Il praticante in Angelic Healing è prima di tutto un canale al servizio delle energie di guarigione divine. Il suo ruolo è creare uno spazio sacro favorevole alla trasformazione.

– Ciò implica di coltivare l’umiltà, il non-sapere e l’ascolto benevolente di ciò che cerca di emergere nella persona, senza imporre nulla.

– Per essere un canale chiaro, il praticante deve essere allineato corpo-cuore-spirito e avere chiarito le sue zone d’ombra attraverso un lavoro personale continuo.

– Oltre a trasmettere i messaggi angelici, il praticante è un facilitatore di presa di coscienza che aiuta la persona a ricollegarsi alla sua saggezza interiore.

– Il praticante è chiamato ad impegnarsi nella relazione con la propria sensibilità e umanità, emettendo le qualità di amore, compassione e empatia.

– Deve incarnare e vivere in coerenza con gli insegnamenti e valori che trasmette per ispirare coloro che vengono da lui.

– Il praticante è un messaggero di speranza che risveglia la fiamma sacra in ogni essere e gli ricorda la sua natura profonda.

– Essere un praticante è una vocazione sacra, un cammino di risveglio e un servizio che invita a spingere oltre i propri limiti per diventare un puro canale della guida divina.

👉 Per scaricare il file docx (modificabile), clicca qui: Clicca qui

👉 Per scaricare il file PDF, clicca qui: Clicca qui

👉 Per scaricare il file MP3, clicca qui: Clicca qui