Stabilire un quadro chiaro e benevolo è uno step cruciale per creare un rapporto terapeutico sano e fruttuoso nell’Angelic Healing. Si tratta di definire le regole del gioco, i ruoli e le responsabilità di ciascuno, come pure gli obiettivi e i limiti del follow-up. Questo quadro serve come punto di riferimento sicuro per il cliente, permettendogli di impegnarsi con fiducia nel processo di guarigione.

Fin dal primo colloquio, il professionista trascorre del tempo per spiegare il procedimento delle sessioni, la frequenza e la durata del follow-up previsto. Presenta il suo approccio, i suoi strumenti e i principi chiave dell’Angelic Healing, così che il cliente capisca bene a cosa si sta impegnando. È importante essere trasparenti sulle proprie competenze e limiti, specificando ad esempio che non si sostituisce un follow-up medico o psichiatrico se necessario.

Il professionista chiarisce anche gli aspetti pratici e finanziari, come le modalità di prenotazione delle sessioni, i tempi di cancellazione, i prezzi e i metodi di pagamento. Questi elementi possono sembrare prosaici ma contribuiscono a creare un quadro professionale e rassicurante. Il cliente sa così che si sta impegnando in un’impresa seria, con un professionista organizzato e affidabile.

Un punto essenziale del quadro è la chiarificazione dei ruoli e delle responsabilità di ciascuno. Il professionista spiega che è lì per guidare e supportare il processo di guarigione, facendo affidamento sulle energie angeliche, ma che il cliente rimane il principale attore della sua trasformazione. Non si tratta di mantenere una relazione di dipendenza ma piuttosto di favorire l’autonomia e la responsabilizzazione della persona. Il professionista può dire per esempio: “Il mio ruolo è di accompagnarvi con benevolenza e proporvi strumenti adatti, ma siete voi ad avere le risorse interne per guarire ed evolvere. Credo profondamente nel vostro potenziale.”

Il quadro terapeutico passa anche per la co-definizione di obiettivi chiari e realistici. Il professionista aiuta il cliente a formulare le sue aspettative, le sue aspirazioni, i cambiamenti che desidera vedere nella sua vita. L’idea è di trasformare una difficoltà in un’intenzione positiva, un obiettivo concreto verso cui tendere. Ad esempio, una persona che consulta per problemi di stress cronico potrebbe definire come obiettivo: “Imparare a gestire meglio le mie emozioni e trovare più serenità nella vita quotidiana”. Il professionista si assicura che questi obiettivi siano raggiungibili ed ecologici per la persona.

Stabilire un quadro benevolo implica anche di chiarire i limiti della relazione terapeutica. Il professionista ricorda le regole di riservatezza che proteggono gli scambi, specificando le situazioni eccezionali in cui potrebbe essere costretto a infrangerle (pericolo per sé o per altri, ad esempio). Spiega che deve mantenere un atteggiamento di neutralità benevola e che la relazione rimarrà entro un quadro professionale. Ciò passa a volte per mostrarsi fermi e ricondurre con dolcezza un cliente che avrebbe delle aspettative affettive inappropriate.

Infine, il quadro non è fisso una volta per tutte, ma viene rivalutato regolarmente durante il follow-up. Il professionista fa dei punti con il cliente per vedere dove si trova rispetto ai suoi obiettivi iniziali, adattare il ritmo delle sessioni se necessario, chiarire eventuali insoddisfazioni. Si tratta di mantenere un dialogo aperto e costruttivo, in modo che il quadro evolva allo stesso tempo del percorso del cliente.

Stabilire un quadro chiaro e benevolo è quindi un atto fondatore della relazione terapeutica, che combina fermezza e dolcezza, professionalità ed umanità. Iniziando questa dinamica fin dall’inizio, il professionista nell’Angelic Healing offre al suo cliente un contenitore sicuro e strutturato, all’interno del quale potrà dispiegarsi con fiducia il processo sottile di guarigione del corpo-anima-spirito.

Punti da ricordare :

– Stabilire un quadro chiaro e benevolo è essenziale per creare un rapporto terapeutico sano e fruttuoso nell’Angelic Healing. Definisce le regole, i ruoli, le responsabilità, gli obiettivi e i limiti del follow-up.

– Fin dal primo colloquio, il professionista spiega il procedimento delle sessioni, il suo approccio, i suoi strumenti e i principi dell’Angelic Healing. Chiarisce anche gli aspetti pratici e finanziari.

– Il professionista precisa i ruoli e le responsabilità di ciascuno: è lì per guidare e supportare, ma il cliente rimane l’attore principale della sua guarigione. L’obiettivo è di favorire l’autonomia e la responsabilizzazione del cliente.

– Obiettivi chiari e realistici vengono co-definiti con il cliente, trasformando una difficoltà in un’intenzione positiva e concreta.

– Il professionista chiarisce i limiti della relazione terapeutica, in particolare le regole di riservatezza e l’atteggiamento di neutralità benevola che deve avere.

– Il quadro viene rivalutato regolarmente durante il follow-up, con punti di controllo per adattare se necessario gli obiettivi e il ritmo delle sessioni.

– Creando un quadro che combina fermezza e dolcezza, professionalità e umanità, il professionista offre al cliente un contenitore sicuro e strutturato che favorisce il processo di guarigione.

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