La supervisione e lo sviluppo professionale sono pilastri essenziali della pratica del coaching nel mindset. Consentono al coach di continuare a perfezionare le sue competenze, di approfondire la sua riflessività e di garantire un servizio di qualità ai suoi clienti. Lontani dall’essere opzioni, sono impegni etici e garanzie di professionalità per ogni coach che mira a esercitare la sua professione con eccellenza.
La supervisione è uno spazio privilegiato in cui il coach può prendere le distanze dalla sua pratica, analizzare i suoi interventi e le sue posture, in un clima di benevolenza e confidenzialità. Accompagnato da un supervisore esperto, esplora situazioni complesse o dilemmi incontrati con i suoi clienti, le dinamiche relazionali ed emozionali in gioco, le risonanze personali risvegliate. La supervisione lo aiuta a comprendere meglio i suoi punti di forza e i suoi punti ciechi, ad identificare vie di miglioramento e ad adattare il suo accompagnamento.
Oltre ad un semplice ritorno di esperienza, la supervisione è una potente leva di sviluppo per il coach. Esplorando i suoi modelli di pensiero e funzionamento, egli ottiene una maggiore chiarezza e congruenza. Impara a gestire meglio le sue emozioni, a stabilire i suoi limiti, a incarnare correttamente le competenze chiave del coaching nel mindset come l’ascolto, la non-giudizialità e il questionamento. La supervisione è uno specchio che gli permette di crescere nella sua posture e nella sua conoscenza di sé.
Concretamente, la supervisione può prendere diverse forme : individuale o di gruppo, in presenza o a distanza, con una cadenza regolare o occasionale. Qualsiasi sia la modalità, l’importante è che il coach si impegni in un processo sincero e volontario, con il desiderio di apprendere e progredire. Alcune associazioni professionali come l’ICF consigliano un minimo di ore di supervisione per i loro membri, a seconda del loro livello di accredito. Ma oltre agli obblighi, è una responsabilità etica che ogni coach deve onorare.
Il continuo sviluppo professionale è un altro impegno imprescindibile per il coach nel mindset. In un mondo in costante movimento, dove le conoscenze evolvono rapidamente, è fondamentale formarsi continuamente per mantenere la propria competenza e credibilità. Questo include letture, conferenze, workshop pratici, scambi con colleghi… Ogni occasione è buona per alimentarsi intellettualmente, scoprire nuovi strumenti, ispirarsi a pratiche innovative.
Lo sviluppo professionale non si limita all’acquisizione di tecniche di coaching. Include anche il lavoro su sé stessi, la conoscenza dei propri meccanismi psicologici, l’equilibrio emotivo e la maturità relazionale. Un coach nel mindset deve essere allineato con i principi che promuove, incarnare l’autorità personale e l’agilità mentale. Per farlo, può impegnarsi in una terapia personale, praticare la meditazione, coltivare la sua intelligenza emotiva… Tante leve per rafforzare la sua presenza e la sua finezza di accompagnamento.
Il codeveloppmento tra pari è un altro potente strumento di progresso per il coach. Partecipando a gruppi di scambio di pratiche, collaborando con un collega, creando progetti collaborativi, si arricchisce di punti di vista diversi e di feedback costruttivi. La condivisione di esperienze, in una dinamica di reciprocità e benevolenza, è un acceleratore di apprendimento formidabile. Permette di confrontare i suoi dubbi, attingere nuove idee, validare le sue intuizioni… e rompere l’isolamento della professione di coach.
Prendiamo l’esempio di una coach nel mindset che ha accompagnato per diversi mesi un manager su problemi di presa di decisione. Nel corso delle sessioni, sente che il coaching arranca, che il cliente rimane bloccato nei suoi schemi nonostante gli strumenti proposti. In supervisione, aiutata dallo sguardo acuto del suo supervisore, si rende conto di un sentimento di impotenza e di frustrazione che inficia la sua postura. Esplorando le sue questioni di controllo, comprende meglio come il suo funzionamento interno interferisca nella relazione di coaching. Forte di questa consapevolezza, adatta la sua pratica lasciando andare il risultato e facendo maggiormente affidamento sul processo. Questa nuova lucidità sblocca la situazione con il suo cliente.
Parallelamente, questa coach si iscrive a una formazione certificata sull’intelligenza collettiva e la presa di decisione in squadra. Appassionata da questi nuovi approcci, integra strumenti collaborativi e schemi di lettura sistemici nella sua pratica. Questo le permette di arricchire il suo accompagnamento e di proporre al suo cliente-manager dei levieri d’azione concreti per trasformare la gestione della sua squadra. Durante un atelier di codeveloppmento, condivide questo caso e raccoglie feedback entusiasti dai suoi pari sulla sua capacità di rinnovare la sua postura. Un bel incoraggiamento a proseguire in questa via di apprendimento continuo!
Si vede attraverso questo esempio come la supervisione e lo sviluppo professionale si arricchiscono a vicenda per alimentare le competenze e la postura del coach. È in questo delicato equilibrio tra la riflessione su sé stessi e l’apertura al mondo, tra l’introspezione e l’azione, che il coach nel mindset può dispiegare tutto il suo potenziale di accompagnamento. Coltivando la sua crescita personale, diventa un modello di ispirazione per i suoi clienti, invitandoli con l’esempio a diventare a loro volta attori del loro sviluppo.
La supervisione e lo sviluppo professionale sono quindi molto più che degli obblighi: sono delle fantastiche opportunità per il coach di incarnare nella sua pratica i principi del mindset di crescita. Scegliendo la via dell’apprendimento, della lucidità su sé stessi e dell’azione, rispetta il suo impegno etico di offrire ai suoi clienti un accompagnamento sempre più integro, adattato e significativo. Prendendosi cura del suo equilibrio e del suo ecosistema personale, diventa il miglior alleato della trasformazione di coloro che gli fanno confidenza.
Punti da ricordare:
– La supervisione e lo sviluppo professionale sono pilastri essenziali e impegni etici per ogni coach nel mindset che mira a esercitare la sua professione con eccellenza.
– La supervisione è uno spazio privilegiato in cui il coach può prendere le distanze dalla sua pratica, analizzare i suoi interventi e le sue posture, esplorare le situazioni complesse e le risonanze personali. È una potente leva di sviluppo per ottenere una maggiore chiarezza, congruenza e correttezza nel proprio approccio.
– Il continuo sviluppo professionale è cruciale per mantenere competenza e credibilità in un mondo in costante evoluzione. Include l’acquisizione di conoscenze, il lavoro su sé stessi, l’equilibrio emotivo e la maturità relazionale.
– Il codeveloppmento tra pari è un potente strumento di progresso per il coach, permettendo di arricchirsi di punti di vista diversi, di confrontare i suoi dubbi e di rompere l’isolamento della professione.
– La supervisione e lo sviluppo professionale si alimentano a vicenda, nutrendo le competenze e la postura del coach. Coltivando la propria crescita personale, il coach diventa un modello di ispirazione per i suoi clienti.
– Scegliendo la via dell’apprendimento, della chiarezza su se stessi e dell’azione, il coach rispetta il suo impegno etico di offrire un accompagnamento sempre più integro, adattato e significativo. Prendendosi cura del proprio equilibrio, diventa il miglior alleato della trasformazione dei suoi clienti.
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